Nel 1907, con il libro The Natural History in the Ten Commandments, l’etologo Ernest Seton introdusse un approccio che per l’epoca risultò assai controverso: rilevò la stretta corrispondenza tra i dieci comandamenti delle tavole che Mosè riportò agli ebrei dal Sinai e le regole di comportamento dei lupi in branco.
Ovviamente, non si trattava di imitazione, ma della convergenza evolutiva delle strategie di due comunità che avevano dovuto affrontare e vincere analoghe sfide di sopravvivenza e sintetizzare efficaci norme di etica naturale molto simili.
Per i lupi, il primo imperativo è preservare la coesione del branco, la sua forza numerica e la capacità di combattere e, come per loro, anche una comunità religiosa correva il rischio di indebolimento causato da defezioni e perdite per eresie, apostasie ed aggregazione ad altre fedi.
L’adesione a un solo branco e alle sue norme interne dei lupi si riscontra in varie comunità umane, per le quali il riferimento unificante è stato in molti casi la fedeltà all’unica divinità, fonte delle regole di condotta. Analogamente, si definirono:
- le liturgie e i riti per manifestare (feste comandate) e rafforzare l’appartenenza (atteggiamenti di saluto, sottomissione e riconoscimento nell’altro);
- la subordinazione alla gerarchia (i genitori e i membri più anziani);
- il rispetto della vita e della proprietà altrui acquisita per diritto di precedenza (cose e compagne – come tra i lupi, anche nei Comandamenti prevale l’ottica del predominio maschilista);
- la lealtà nelle relazioni con gli altri membri.
Evidentemente, il rispetto generale di tutti questi comportamenti si è rivelato altamente competitivo, poiché conferiva nell’azione l’unicità del comando esercitato dai più esperti, la compattezza dei ranghi e la solidarietà reciproca, oltre che la riduzione al minimo degli attriti e delle dispute tra i membri, grazie ad un’efficace comunicazione interna in un linguaggio comune a tutti.
Le regole di convivenza e cooperazione devono essere note a tutti, controllate e fatte rispettare. Sono fattori di successo (fitness) sia per le culture sia per le specie che li praticano.
Volendo fare un raffronto – scendendo di livello – gli elementi fin qui elencati sono strumenti attualissimi di competitività per le aziende e le imprese che sanno attenervisi.
In particolare, al loro interno la leadership e le gerarchie devono essere riconosciute e accettate: quando manca il carisma divino a determinarlo, il rango non deve essere acquisito attraverso il dominio psicofisico nel combattimento diretto – come accade tra i lupi – ma tramite una selezione operata con criteri di merito altrettanto inequivocabili, dichiarati a priori e con modalità il più possibile trasparenti.


