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Consapevolezza personale e di team: Il primo passo verso la costruzione di una squadra

La consapevolezza di non sapere: la chiave del cambiamento

Il primo passo per favorire il cambiamento e apprendere nuove competenze è acquisire la consapevolezza di non sapere. Riconoscere i propri limiti e le proprie lacune è fondamentale per aprire la porta al miglioramento e all’acquisizione di altre o migliori competenze. Quando siamo consapevoli delle nostre aree di miglioramento, siamo più propensi a cercare nuove conoscenze e a sviluppare abilità che ci permetteranno di crescere sia personalmente che professionalmente.

I bias cognitivi: ostacoli alla vera consapevolezza

I bias sono abitudini mentali consolidate e inconsapevoli, utilissime per situazioni ricorrenti e consolidate, ma che possono essere un freno all’esplorazione di nuovi territori e nuove idee.

Spesso, siamo ostaggio dei nostri stessi bias, che non ci permettono di valutare il nostro vero livello di competenza. Questi bias cognitivi ci fanno percepire di essere più esperti di quanto siamo realmente, impedendoci di riconoscere la necessità di miglioramento (effetto Dunning-Kruger). Oppure, al contrario, possono portarci a sottostimare la nostra expertise in un determinato campo in cui in realtà siamo più che competenti (Sindrome dell’impostore). Essere consapevoli di queste distorsioni è essenziale per superare questa barriera e iniziare un percorso di crescita autentico.

I bias, inoltre, influenzano non solo il nostro comportamento, ma anche le dinamiche interne al gruppo, producendo un effetto cascata che a volte potrebbe rivelarsi disastroso per le relazioni tra le persone e per i risultati aziendali.

La formazione esperienziale: rompere l’incantesimo

La formazione esperienziale rappresenta un potente strumento per rompere questo incantesimo. Mettendo le persone di fronte a situazioni concrete e stimolanti, permette di “stanare” alcuni bias ed evidenziare i comportamenti più funzionali per superare alcuni ostacoli. 

Per esempio, in un esercizio di team building, potrebbe essere necessario un alto livello di collaborazione per risolvere un enigma o superare una prova. Fino a che il team non raggiungerà quel livello di collaborazione, non sarà in grado di andare avanti. La reale capacità di collaborare all’interno di una squadra, il più delle volte, è sovrastimata. 

Questo tipo di esperienza fornisce una chiara dimostrazione dei gap nelle competenze e dei comportamenti da adottare per migliorare.

Il debriefing: analizzare per crescere

Un elemento cruciale della formazione esperienziale è il debriefing, un momento di chiusura e riflessione che può arrivare a diversi livelli di profondità.
Durante questa fase, si analizzano le strategie adottate e i comportamenti osservati durante l’attività. Questo processo di riflessione permette ai partecipanti di migliorare la propria consapevolezza e di avere dei parametri chiari per capire come allenarsi per acquisire specifiche competenze.
Il debriefing offre un’opportunità unica per trasformare l’esperienza in apprendimento concreto, permettendo ai partecipanti di sviluppare una mappa chiara del proprio percorso di crescita.

La continuità del percorso

La formazione esperienziale viene spesso relegata a un pomeriggio di team building, di solito per due motivi principali:

  1. da un lato si attribuiscono poteri magici e grandi aspettative per uno strumento che è estremamente efficace, ma di certo non in grado – da solo – di modificare il comportamento delle persone in modo permanente;
  2. dall’altro, si pensa che il team building sia solo ed esclusivamente un momento di svago per allentare un po’ la tensione o creare un diversivo, spesso sottovalutando le complesse dinamiche relazionali che si scatenano in un contesto emozionale elevato.

In entrambi i casi, il rischio è di non sfruttare il potenziale enorme che l’esperienza ha sull’apprendimento e su come le persone percepiscono sé stesse – e il gruppo nel quale sono immersi – per buona parte della giornata.

Il trucco è mantenere l’attenzione alta sulle necessità delle persone e sulle situazioni che sono emerse durante l’esperienza.

Conclusione

L’aumento della consapevolezza personale e di team è un processo fondamentale per il cambiamento e lo sviluppo di nuove competenze. Attraverso la riconoscenza delle proprie lacune, il superamento dei bias cognitivi e l’adozione di metodologie di formazione esperienziale, è possibile intraprendere un percorso di miglioramento continuo. La consapevolezza di non sapere diventa così la chiave per aprire nuove porte verso il successo personale e professionale.

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Roberto Locatelli

Roberto è il responsabile dei progetti di formazione di People Group. Formatore, appassionato di neuroscienze e Guida Canyon, è sempre alla ricerca di nuovi modi per conoscere e interpretare la realtà che ci circonda.